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sabato 23 dicembre 2017

LO SPIRITO DELL'ACQUA


Questa è la storia di Don Decker, che divenne noto come Rain man, “L’uomo della pioggia”. Il 24 febbraio 1983 a Stroudsburg in Pennsylvania, moriva, James Kishaugh, il nonno di Don. Mentre in famiglia si piangeva il lutto, egli si sentì sollevato: nessuno sapeva che James aveva abusato fisicamente di Don quando era un bambino.

 

Don Decker era in carcere in quel momento, ma gli fu concesso di partecipare al funerale e di passare alcuni giorni con la propria famiglia. Quel senso di pace, tuttavia, non era destinato a durare a lungo. Al termine dei funerali, fu invitato a passare la notte a casa di Bob e Jeannie Keiffer, due amici di famiglia. Più tardi, quella stessa sera, Don cominciò a percepire che qualcosa non andava. Un profondo brivido iniziò ad afferrarlo e l’uomo cadde rapidamente in uno stato di trance. I Keiffer rimasero sorpresi notando che dell’acqua stava gocciolando dal soffitto e dalle pareti del soggiorno. Chiamarono subito Ron Van Why, il loro padrone di casa: l’unico che poteva capire se c’era qualche problema con le condutture dell’acqua. Ma Ron non aveva risposte perché sapeva per certo che i tubi dell’acqua non passavano in quelle pareti. Nel frattempo, la perdita stava peggiorando, iniziando a salire attraverso le pareti fino al soffitto. Incerto su cosa fare, Ron chiamò anche la polizia. Il commissario Richard Wolbert fu il primo ad arrivare, entrò in casa e in pochi minuti ne uscì completamente inzuppato. Nel referto scrisse le seguenti parole: “Eravamo appena entrati dalla porta principale e abbiamo visto questa goccia d’acqua che viaggiava orizzontalmente, passò tra di noi e andò nella stanza accanto”. L’agente John Baujan, l’altro testimone, affermò: “Ho letteralmente avuto un brivido lungo la schiena che mi ha fatto drizzare i capelli. Ecco come mi sentivo. Stavano accadendo delle cose che non avrei neanche potuto immaginare e non c’era modo di spiegarle”.

 

Mentre i poliziotti cercavano di dare un senso a tutto ciò, notarono la strana condizione di Don. Pensando a un malore, chiesero ai Keiffers di allontanarlo da casa, così lo portarono in una pizzeria poco distante. Non appena i Keiffer e Don uscirono, tutto tornò alla normalità e Ron cominciò a chiedersi se uno dei Keiffers o Don non fosse, in qualche modo, responsabile di quell’incidente. Pam Scrofano, il proprietario della pizzeria dove si recarono, fu l’ennesimo testimone di quegli incredibili fatti. Dopo che gli ospiti si sedettero, la stessa bizzarra cosa cominciò ad accadere anche lì, in pizzeria. L’acqua iniziò a cadere sulle loro teste e si sparse sul pavimento. Pam, un uomo molto religioso, sospettò immediatamente che Don fosse posseduto, quindi prese con sé un piccolo crocifisso e lo appoggiò sulla pelle di Don che reagì con urla di dolore. Il crocifisso aveva lasciato su di lui un segno, come una bruciatura. A questo punto non era più possibile restare in pizzeria, dunque tornarono tutti a casa. Ovviamente quando se ne andarono i fenomeni cessarono.

 

Alla residenza dei Keiffer, il proprietario Ron Van Why e sua moglie Romayne incrociarono i Keiffer e Don mentre ritornavano a casa. La pioggia tornò non appena Don entrò nella residenza, ma stavolta anche le pentole e le padelle cominciarono ad assumere comportamenti strani, infatti sbattevano in cucina. Era troppo! Ron e Romayne accusarono Don di danneggiare la loro proprietà. I due erano convinti che fosse l’uomo a causare tutto ciò anche se non riuscivano a capire come. Dopodiché le cose presero una piega drammatica e violenta. Don si sentì sollevare da terra e fu spinto con forza contro il muro da una forza invisibile. Nel frattempo, gli agenti Baujan e Wolbert erano tornati alla casa dei Keiffer con il loro capo. Incapace di identificare l’origine di quello che sembrava un assurdo gioco di prestigio, il capo disse ai suoi agenti che, in fondo, si trattava di un problema idraulico e che non riguardava la polizia. Ma sappiamo che i due agenti, forse spinti dalla curiosità, ignorarono queste indicazioni e tornarono il giorno seguente per vedere come andavano le cose. A loro si unirono altri due poliziotti, Bill Davies e il tenente John Rundle. Quando arrivarono alla casa, furono sollevati nel notare che tutto sembrava normale, quindi Bill Davies condusse un esperimento mettendo una croce d’oro tra le mani di Don. L’agente annotò che Don sentiva la croce bruciare tra le mani, dunque la riprese e la descrisse come “estremamente calda”. Gli agenti di polizia videro poi Don levitare ancora una volta e finire contro un muro. Il tenente John Rundle, in seguito, così descrisse quel momento: “Tutto d’un tratto si sollevò da terra e volò attraverso la stanza spinto da una forza invisibile. Era come se un autobus lo avesse colpito. C’erano tre segni di artigli sul lato del suo collo che sanguinavano. Ancora oggi non so come spiegarlo”.

 

Ron Van Why cominciò finalmente a pensare che Don non stava causando tutto ciò intenzionalmente e decise di aiutarlo interpellando ogni predicatore di Stroudsburg. Alla fine, uno solo accettò di intervenire. Mentre pregava insieme a Don, quest’ultimo fu vittima di violente convulsioni, ma più pregavano e più Don si calmava. Quando tutto finì, Don sembrava ritornato di nuovo in sé e quella fu l’ultima volte che piovve in quella casa. Il permesso di cui Don godeva finì e lui tornò in prigione. Mentre era nella sua cella, cominciò a chiedersi se veramente era in grado di controllare la pioggia e non appena iniziò a pensarci, il soffitto e le pareti della cella iniziarono a gocciolare. Dunque la sua domanda ebbe una risposta: poteva farlo! La guardia di turno alla prigione non fu affatto felice di vedere dell’acqua che stava allagando la cella e ovviamente non gli credette quando lui gli rivelò che la stava controllando con la sua mente. Sfidò sarcasticamente l’uomo dicendogli che ora avrebbe dovuto mostrare questi suoi “poteri” al direttore. Quindi lo accompagnò fino all’ufficio del direttore presidiato in quel momento, dal tenente David Keenhold. Don si guardò intorno come per ispezionare la stanza, poi i suoi occhi puntarono il tenente. A quel punto gli disse di guardare la sua maglietta poiché era fradicia. Il direttore vide comparire, proprio dal centro dello sterno, una macchia d’acqua larga circa dieci centimetri. Era spaventato. Anche la guardia era spaventata poiché nessuno dei due sapeva spiegarsi quello che stava accadendo.

 

Il tenente Keenhold, comunque, decise di chiamare un suo amico, il reverendo William Blackburn, chiedendogli urgentemente di assistere Don Decker. Dopo essere stato informato su tutto ciò che era accaduto, il reverendo accusò Don di essersi inventato tutto: questo lo fece arrabbiare. Dunque la sua cella si impregnò di un forte odore acre. Alcuni testimoni lo descrissero come un forte odore di morte. La pioggia riapparve di nuovo. Il reverendo la descrisse come una pioggia nebbiosa: la pioggia del Diavolo! Capì finalmente che non si trovava di fronte a un millantatore e cominciò a pregare per Don. Si sedette in quella cella e pregò per ore. Quando la pioggia si fermò, Don scoppiò in lacrime. Il Fenomeno non si manifestò mai più. Don si confidò con il prete, confessando che suo nonno, che da piccolo lo aveva tormentato, probabilmente, aveva avuto la possibilità di farlo anche quando non era più in vita. Tutto ciò che voglio – disse - è stare in pace.

 

Nell’ottobre del 2012, Don Decker è stato accusato di aver appiccato un incendio in un ristorante di Tobyhanna, in Pennsylvania. C’è da pensare che, probabilmente, non ha ancora trovato quella pace che ha tanto cercato.

2 commenti:

  1. Cominciò a piovere, all'interno della cella di detenzione. Il reverendo capì finalmente che non si trovava di fronte a un millantatore e cominciò a pregare per Don. Si sedette in quella cella e pregò per ore. Quando la pioggia si fermò, Don scoppiò in lacrime. Il Fenomeno non si manifestò mai più.

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  2. Don Decker, che poi divenne noto come Rain man, era in carcere, ma gli fu concesso di partecipare al funerale del nonno e di passare alcuni giorni con la propria famiglia. Quel senso di pace, tuttavia, non era destinato a durare a lungo.

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