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mercoledì 31 maggio 2017

Arriva il Documento Unico di Proprietà degli Autoveicoli

Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato in data 24 maggio 2017, in esame definitivo, tre decreti legislativi, uno dei quali ha introdotto la misura del Documento unico di proprietà degli autoveicoli.
Il decreto introduce, dal 1° luglio 2018, il documento unico di circolazione per gli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi.
La nuova “carta di circolazione” sostituirà i due documenti attuali: il certificato di proprietà del veicolo, di competenza dell’Aci, e il libretto di circolazione prodotto dalla Motorizzazione civile, come previsto negli altri Paesi europei, e consentirà di ottimizzare i costi di produzione, archiviazione e controllo a carico dell’amministrazione.
All’unico documento, inoltre, corrisponderà una tariffa unica, che sostituirà i diritti di Motorizzazione e gli emolumenti per l’iscrizione o la trascrizione di ogni veicolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Manterranno validità le carte di circolazione rilasciate anteriormente all'entrata in vigore del decreto ed anche quelle rilasciate successivamente, fino al 1° luglio 2018.

Fonte: Consiglio dei Ministri, comunicato del 24 maggio 2017

sabato 27 maggio 2017

CONCORSO NINO PELELLA


Fu una vera e propria festa. Più di duecento le persone che, a Qualiano, affollarono la grande sala del convento delle Discepole di S. Teresa del Bambin Gesù per onorare la memoria del compianto Prof. Pelella. Grande successo di pubblico, quindi, per la seconda edizione del premio Nino Pelella, interamente promossa e realizzata dalla Pro Loco Qualiano Gaudianum.

Si intraprese un cammino per cercare di sottrarre i ragazzi a quella rigidità di ruoli cui sono sottoposti a partire già dall’infanzia e a rielaborare insieme a loro una diversa proposta fatta di simboli, di personaggi e di narrazioni.

Fu un'esperienza memorabile. Giuseppe Ricciardiello, Carmine Ranucci e Davide Morgera furono dei presentatori fantastici e anche tutti gli altri organizzatori furono sempre molto disponibili e professionali, rendendo fruibile questa rassegna. Bisogna ammettere che, di fronte alle difficoltà, il team non ha mai rinunciato, non si è arreso e così facendo, rese possibile questo evento.

Decine di studenti ritirarono i premi, dimostrando, con la narrativa, con la poesia e con le soluzioni di matematica, di meritarli a pieno titolo. Una vera carrellata di piccoli geni, in una parola: cultura.


Soddisfatti gli organizzatori, che videro la sala gremita, in particolare da insegnanti e scolaresche provenienti da tutte le classi elementari e medie. Da un attento confronto con la precedente edizione, emerse quanto questa manifestazione fosse cresciuta in modo esponenziale. Probabilmente, anche grazie a figure di spicco, che sono state invitate: oltre, naturalmente, ad alcuni stimati rappresentanti della famiglia Pelella, erano testimoni dell’evento esponenti della politica e della cultura qualianese. Gli scrittori Iolanda Corradino, Franco Cacciapuoti e il poeta Antonio Cipolletta, gli ultimi due presenti anche in sala, diedero il loro apporto partecipando in qualità di giurati. La rassegna ha navigato anche su Internet: infatti, sul sito Fb della Proloco "Pro Loco Qualiano Gaudianum" fu possibile avere informazioni sul programma e soddisfare qualche curiosità in tempo reale. Con toni appassionati, si partecipò anche all'insegna della poesia; si toccarono temi di grande attualità come la multiculturalità, l'integrazione sociale e la diversità. Le poesie furono magistralmente interpretate dalla Dott.ssa Margherita Palma. I relatori espressero il loro interesse per gli elaborati in modo chiaro ed esaustivo, coinvolgendo fino all'ultimo degli spettatori.

mercoledì 24 maggio 2017

IL GIARDINO SOMMERSO

Il giardino sommerso di Roberto Cocchis
LETTERE ANIMATE EDITORE
€ 11,05

Un thriller fatto di sani “ingredienti”, imprescindibili per rendere piacevole un libro. Una raccolta di racconti un po’ particolare, nella quale l’autore non sempre da la certezza della soluzione. Con questo libro è stato raggiunto con successo il targhet dichiarato: quello di tenere il lettore incollato alle pagine del libro.




martedì 23 maggio 2017

PREMIO N. PELELLA



La Commissione del Premio Narrativa dedicato a Nino Pelella si confronta per decretare i vincitori. 140 i testi pervenuti. Sabato 27 ore 10:00 la Premiazione.

sabato 20 maggio 2017

LA LEGGENDA DI HY-BRAZIL



A partire dal 1325 sulle mappe antiche compare un’isola misteriosa: Hy-Brasil. Sulla maggior parte di queste mappe l'isola è ubicata a circa 320 chilometri al largo della costa occidentale d’Irlanda, nel Nord Atlantico. Una delle caratteristiche geografiche più particolari di Hy-Brasil è che spesso appare come un cerchio con un canale che scorre da est a ovest lungo tutto il suo diametro. Storie e leggende su questo misterioso luogo circolarono in tutta Europa per secoli e si vociferava fosse la tanto famigerata Terra Promessa descritta nelle litanie di San Brendano, un abate irlandese vissuto nel VI secolo d.C.. Alcuni raccontarono che l’isola era abitata da preti o monaci custodi di un’antica conoscenza che gli aveva permesso di creare una civiltà avanzata; altri che era la casa degli dei della tradizione irlandese. Sempre nei miti irlandesi viene detto che è un’isola perennemente offuscata dalla nebbia, ma un giorno ogni sette anni diventa visibile permettendo di sbarcare.


Il nome Hy-Brasil ha origini controverse ma potrebbe derivare da Breasal, il Re Supremo del Mondo del folklore celtico, oppure da un antico vocabolo irlandese, Breas, che significa nobile o fortunato, non a caso Hy-Brasil era denominata anche l’isola Fortunata. Alcuni pensano che il nome stesso del Brasile avrebbe origine proprio da quest’isola. Infatti, al centro della bandiera brasiliana è rappresentato un cerchio con una striscia che vi passa dentro, proprio come le prime rappresentazioni dell’isola sulle mappe. Hy-Brazil venne rappresentata per la prima volta nel 1325 dal cartografo genovese Angelino Dalorto che la nominò "Bracile". In seguito apparve nell’Atlante Catalano nel 1375 che la identificò come due isole separate con lo stesso nome: Illa de Brasil. Nel corso degli anni ci sono state svariate rappresentazioni, ma forse la testimonianza più esplicita è quella riportata in una mappa nel 1572 dal fiammingo Abraham Ortelius, riconosciuto come il creatore del moderno atlante. Dopo il 1865 Hy-Brasil appare su alcune mappe, ma la sua posizione non può più essere verificata.


Nel 1480 partì da Bristol, Inghilterra, la prima spedizione guidata dal capitano John Jay Jr. per trovare l’isola leggendaria, ma la nave trascorse, invano, due mesi in mare, poi tornò al porto. L’anno seguente altre due navi, la Trinity e la George, partirono sempre da Bristol per una seconda spedizione che, come per la prima, si rivelò infruttuosa. Tuttavia c’è un fatto curioso, nel 1497 il diplomatico spagnolo Pedro de Ayala riferì ai Re Cattolici di Spagna che l’italiano Giovanni Caboto, il primo uomo a visitare il Nord America dopo i Vichinghi, aveva parlato con delle persone di Bristol che gli riferirono di aver trovato Hy-Brasil. Questo, forse, implica che una di quelle spedizioni partite da Bristol avesse in realtà portato a termine con successo la sua missione senza però divulgare la notizia. Quasi due secoli dopo il capitano scozzese John Nisbet affermò di aver avvistato Hy-Brasil nel suo viaggio dalla Francia all’Irlanda nel 1674. Nei diari di bordo è riportato che un gruppo di quattro marinai vennero inviati sull’isola dove trascorsero una giornata intera. Qui incontrarono un uomo a detta loro "vecchio e saggio" che li rifornì di oro e argento. Il capitano fece un bizzarro rapporto affermando che fosse abitata da grandi conigli neri e da un misterioso mago che viveva in un grande castello di pietra che si era costruito da se. Una spedizione supplementare guidata dal capitano Alexander Johnson confermò tutto quello raccontato dal capitano Nisbet. L’ultimo avvistamento documentato di Hy-Brasil venne riportato nel 1872 da Robert O’Flaherty e T.J. Westropp. Quest’ultimo disse di aver visitato l’isola in altre tre precedenti occasioni e ne fu così affascinato che portò vi la sua famiglia per mostrarle tale spettacolo.


Sebbene questa misteriosa isola appaia in molte mappe antiche, non se ne trova traccia nelle carte moderne. Hy-Brasil è semplicemente scomparsa senza lasciare traccia.
Siamo di fronte soltanto a una leggenda? Eppure i cartografi di tutta Europa l’hanno rappresentata sulla carte geografiche!

La storia di Hy-Brasil, già di per se straordinaria, ha dei collegamenti con il famoso caso della foresta di Rendlesham, di cui abbiamo già scritto in precedenza: chi fosse interessato al caso può leggere il post dedicato.
Ad oggi nessuno sa se Hy-Brasil esiste o sia esistita in passato. Questa leggenda potrebbe anche essere una storia tramandata di generazione in generazione dalla fine dell’ultima era glaciale, quando il livello del mare era più basso. D’altronde, la mitologia è piena di antiche isole scomparse, le più famose, tra tutte, sono di certo l’isola perduta di Atlantide e il continente di Mu. Oggi è impossibile dimostrare che queste isole proprio non esistevano anche se la storia geologica della Terra negherebbe l’esistenza di alcune di esse. Ma, come amo ripetere, le leggende si basano sempre su un fondo di verità, bisogna solo scoprire quanta ce n’è dietro lo spesso strato di storie che nel corso dei secoli hanno distorto la realtà, poiché se qualcosa non può essere trovato non significa che non esiste.

venerdì 12 maggio 2017

INCONTRI RAVVICINATI DEL SECONDO TIPO


Illusioni ottiche, palloni sonda, riflessi sull’obbiettivo, fulmini globulari: degli avvistamenti di UFO il 95% può essere spiegato e magari anche screditato, ma il restante 5% richiede di essere preso sul serio. Quando poi un avvistamento avviene nei pressi di una base militare, viene osservato da 60 militari dell’aeronautica per 45 minuti, richiede di certo un esame più approfondito. Sto per raccontarvi il caso dell’incidente della foresta di Rendlesham, uno degli avvistamenti UFO più sorprendenti mai registrati nella storia.


Suffolk, Inghilterra. 26 dicembre 1980. Un soldato della base aerea di Woodbrige, in servizio di ronda, vede una luce rossa particolarmente forte che sembrava provenire dalla vicina foresta di Rendlesham. Temendo che si fosse verificato un incidente aereo, il soldato si mise immediatamente in contatto con la torre di controllo della base che però rispose che non c’erano aerei in volo in quel preciso momento. La tensione salì poco dopo, poiché i radar della vicina base di Bentwaters segnalarono l’effettiva presenza di un velivolo. Si decise così di effettuare una missione di ricognizione nella foresta di Rendlesham, in particolare vennero inviati il sergente James Penniston con gli avieri John Burroughs e Edward Cabansag.

Quando i tre uomini si addentrano nella foresta cominciarono a udire inquietanti versi di animali: era come se le bestie fossero in preda al panico. Mano a mano che si fanno strada tra gli alberi, quella che all’inizio sembrava una luce fioca divenne un’intensa luce di colore giallo, che in basso proiettava una forte luce blu, mentre in alto si poteva notare una luce rossa intermittente, proprio come quella avvistata dal soldato che stava effettuando la ronda. I tre uomini erano confusi. Ricordiamo che si trattava di soldati perfettamente addestrati a riconoscere qualsiasi tipo di velivolo, ma in quel momento i dubbi affollavano la loro mente, tanto che il sergente Penniston si avvicinò ulteriormente e si rese conto che si trovavano di fronte a un oggetto metallico a forma piramidale che sembrava poggiare su una specie di treppiede. All’improvviso l’oggetto si alzò di circa un metro, rimase fermo per un istante, poi partì muovendosi a zig-zag tra gli alberi della foresta. I militari increduli tentarono di inseguirlo, ma prima che potessero raggiungerlo questo decollò con un’accelerazione repentina e sparì nel cielo notturno quasi istantaneamente.

La mattina seguente il tenente colonnello Charles Halt, che in quel mometo dirigeva la base di Bentwaters, venne a sapere che quella notte c’era stato uno strano avvistamento nella vicina foresta di Rendlesham, ma nel rapporto ufficiale scrisse solo che erano state avvisate delle luci. Halt sperava di risolvere così la storia dell’UFO ma, due giorni dopo, dovette ricredersi poiché gli comunicarono che l’UFO era tornato! Halt, sicuro di poter mettere tutto a tacere, prese con se il suo registratore tascabile, un rilevatore di radiazioni e si recò nella foresta insieme ad altri quattro ufficiali; uno di loro era un esperto in disastri aerei. Insieme andarono sul luogo dove l’oggetto era stato avvistato due notti prima e localizzarono tre solchi nel terreno che formavano un triangolo. Annotarono, anche, che gli strumenti rilevavano radiazioni 10 volte superiore alla norma. Halt affermò che c’erano segni di rottura sugli alberi e alcuni rami per terra. Guardando in alto notò chiaramente un’apertura nelle fronde, come se qualcosa vi fosse passato attraverso. All’improvviso uno degli ufficiali notò un oggetto rosso, luminoso, ai margini della foresta e man mano che Halt e la sua squadra si avvicinavano i dettagli dell’oggetto si fecero sempre più nitidi. Si trattava di un oggetto ovale di un colore arancione, come il ferro incandescente, con dei frammenti che all’apparenza sembravano di metallo fuso che gocciolava per terra. Aveva un centro nero: assomigliava a un occhio. Lo strano oggetto si muoveva in modo frenetico, come se stesse cercando qualcosa. Ad un tratto si divise in cinque oggetti bianchi che scomparirono all’improvviso nel cielo. La squadra, sulla via del ritorno, guardando verso nord, notò cinque oggetti ellittici con luci multicolore a circa 1 km di altezza che si muovevano a grande velocità con movimenti bruschi e angolati. Le radio erano disturbate ed avevano difficoltà a comunicare. La tensione salì poiché si temette che quegli oggetti misteriosi avessero preso di mira il deposito di armi nucleari della loro base. Improvvisamente uno degli UFO si fermò sulla verticale di Halt puntando a  terra un raggio. Tutti erano scioccati e increduli per quello che stava accadendo, ma prima che potessero accennare una reazione, l’UFO scomparve.

Più di 60 uomini dell’aeronautica riportarono di aver visto un UFO durante le due notti dell’incidente di Rendlesham, tant’è che questo fatto diventò un problema di sicurezza nazionale sia per gli inglesi che per gli americani di stanza nella base. Ricordiamo che si era in piena Guerra Fredda e che quello era un avamposto dotato di armi nucleari.
Quale ufficiale comandante, Halt dovette riportare l’evento ai suoi superiori. Il suo rapporto venne inviato al ministero della difesa britannico il quale emise un laconico comunicato: affermò che l’evento non era di alcun interesse per la Difesa, chiudendo in modo improbabile uno dei casi più sorprendenti di avvistamenti UFO.

Ma di tutta questa storia esiste un aneddoto ancora più sorprendente. Quando, la prima notte dell’avvistamento, Penniston si avvicinò all’oggetto, ne toccò la superficie rimanendo all’improvviso paralizzato mentre un messaggio in codice si imprimeva letteralmente nella sua mente, come una sorta di comunicazione telepatica. Queste le sue parole: "rimasi accecato da un lampo di luce bianca, poi cominciai a vedere una serie di uno e di zero intermittenti."
Tornato alla base, Penniston sentì l’impulso irrefrenabile di trascrivere su un taccuino la strana sequenza che per lui rimase un enigma indecifrabile per molti anni, fino a quando, andato in pensione, consegnò il quaderno con la successione numerica ad un informatico affinché provasse a decodificarla. L’esperto, dopo vari tentativi, concluse che si trattava di un messaggio in codice binario. La serie era traducibile nel seguente modo: "Esplorazione dell’umanità per l’avanzamento del pianeta". Non solo, un’altra parte della comunicazione conteneva le seguenti coordinate geografiche: 52°05’39.3″N 13°07’52.6″W e se provate a inserire queste coordinate su una mappa, verrete portati proprio nello stesso luogo in cui gli antichi cartografi posizionarono l’isola di Hy-Brasil.
Hy-Brazil: l’isola misteriosa, scoperta e annotata sulle carte nautiche a partire dal 1325, perduta, ritrovata, esplorata e poi definitivamente scomparsa. Forse è solo una coincidenza, un’incredibile e assurda coincidenza oppure è un indizio che rivela la presenza di una base aliena proprio qui, sulla Terra?

giovedì 11 maggio 2017

MUSEO CIVICO DELLA CULTURA CONTADINA

 


Era l'undici maggio del 2017, quando la Pro Loco Qualiano Gaudianum inaugurò il MUSEO CIVICO DELLA CULTURA CONTADINA. L’inaugurazione si tenne in Piazza G. D’Annunzio alla presenza delle autorità locali. Tra i presenti, anche la giornalista e scrittrice Anna Falco a cui dobbiamo queste foto. L’evento vide il ritorno sulla scena qualianese della Pro Loco Qualiano Gaudianum, che già in passato si era fatta apprezzare per molteplici iniziative, tutte di successo. Vennero esposti in due sale, attrezzate in maniera essenziale, una serie di oggetti di "modernariato" tutti attinenti al mondo e alla cultura contadina. Il museo restò aperto fino al 11 giugno, fruibile il sabato e la domenica. Nei giorni feriali, invece, si poteva visitare solo su prenotazione.


 






domenica 7 maggio 2017

GIOVE

Quel puntino sotto la Luna è Giove. Stasera i due astri sono in congiunzione: uno spettacolo da vedere. Basta alzare gli occhi al cielo.

MOTORI D'ALTRI TEMPI

 



Una carrellata di foto a sottolineare l'evento "MOTORI DI ALTRI TEMPI" che, per la gioia degli appassionati, si è svolto stamattina in Via Crispi, a Mugnano. Il raduno di auto d'epoca, ben orchestrato e ben riuscito, è stato gradito dal nutrito gruppo di partecipanti e dagli spettatori, accorsi in gran numero. Una grande strada di periferia, praticamente libera dal traffico veicolare (almeno di domenica) si è dimostrata la location perfetta: c'era spazio per tutto. Non mancavano i punti di ristoro: oltre al bar del posto (Mister coffee), c'era un simpatico motocarro attrezzato (Oliva) che ha sfornato un'ottima pizza. Complimenti alla proloco, agli sponsor, alla Croce rossa e alla Sig.ra Maddalena Milena Di Maro che ho avuto il piacere di conoscere di persona.
 
 


























sabato 6 maggio 2017

TANTO, L'ASSICURAZIONE PAGA!

Una sentenza, la N° 18603 della Cassazione (22/09/2016) rappresenta una svolta decisiva per il mondo delle assicurazioni e avrà un forte impatto sui rapporti tra assicurati e compagnie. La Suprema Corte ha infatti stabilito che non è possibile peggiorare la classe di merito bonus/malus senza aver prima fatto tutte le verifiche del caso sull’effettiva responsabilità del sinistro.

Quante volte un automobilista si è visto retrocedere nella classe di merito per via di un sinistro mai avvenuto, nonostante le opposizioni scritte e inviate alla propria assicurazione! Bastava che il truffatore prendesse la targa di un’auto in sosta per poi chiedere il risarcimento di un improbabile sinistro e questo veniva servito senza eccessive difficoltà. La compagnia assicuratrice preferiva pagare anziché affrontare contenziosi legali, a volte, con costi superiori al presunto danno, ma poi penalizzava il suo stesso cliente con un incremento del premio, legato al meccanismo del bonus/malus. Ora, grazie a questa sentenza, se un’assicurazione decide di pagare, pur essendo in possesso di una lettera con cui il proprio assicurato rigetta ogni responsabilità, lo può fare, ma soltanto dopo aver dimostrato l’effettiva colpa del suo cliente.
 

venerdì 5 maggio 2017

UNA MISTERIOSA BASE NAZISTA

Il movimento nazista è noto non solo per le atrocità commesse, ma esisteva anche una branca che si occupava di esoterismo da qui sono nate decine e decine di storie leggendarie, alcune delle quali vedono persino coinvolti patti segreti tra Hitler e gli alieni. Ad ogni modo, le leggende hanno sempre un fondo di verità, ma non bisogna dare credito a tutte le voci che circolano poiché è facile cadere nell’inganno. A quanto pare, durante la seconda guerra mondiale i nazisti effettuarono una serie di strani esperimenti con tecniche all’avanguardia. Setacciarono l’intero pianeta alla ricerca di manufatti mitici e tecnologie ultraterrene nella speranza di imbattersi in un potere supremo che avrebbe permesso loro di conquistare il mondo. Lo stesso Hitler era ossessionato dall’esoterismo e uno dei suoi sogni era trovare l’Arca dell’Alleanza che secondo la Bibbia costituiva il segno visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Oggi, sono in molti quelli che ritengono che l’Arca era una potentissima arma dalle origini incerte, forse un’ipotesi al quale era giunto persino Hilter.
 


Senz’altro una delle operazioni più segrete avvenute durante il periodo nazista vede protagonista la Nuova Svevia, più in particolare l’enigmatica Base 211 situata all’interno del continente antartico. La Nuova Svevia era una zona dell’Antartide con una superficie di 600.000 km² compresa tra le longitudini 20° E e 10° W, che fu rivendicata dalla Germania nazista dal 19 gennaio 1939 all’8 maggio 1945. Le spedizioni tedesche ci tramandano racconti di aree bagnate da acqua dolce e tiepida, libere dai ghiacci e ricche di vegetazione; aree che, per quanto ne sappiamo, non esistono: l’Antartide è, in realtà, un’infinita distesa di ghiaccio. Una delle citazioni più interessanti sulla Nuova Svevia da cui poi è nata la storia della Base 211, arriva dal Grandammiraglio della Marina tedesca Karl Dönitz il quale affermò: "La flotta sottomarina tedesca è orgogliosa di aver costruito per il Führer, in un altra parte del mondo, una Shangri-La sulla Terra, un inespugnabile fortezza."


Comunque, voci su una base chiamata "Stazione 211" esistono da più di mezzo secolo e come ho sempre detto, credo che tutte le leggende abbiano sempre un fondamento di verità. Secondo tutta una serie di indiscrezioni la Base 211, nota anche con il nome Nuova Berlino, era ben di più che una chiacchiera di corridoio, esisteva veramente e se così fosse, allora doveva sicuramente trovarsi in una di quelle zone libere dai ghiacci narrate dalle spedizioni naziste, forse all’interno di una catena montuosa e probabilmente è ancora là, sepolta chissà dove. Lo ripeto: non ci sono prove a sostegno di tali informazioni e affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Molti sostengono che Richard Evelyn Byrd, uno degli esploratori polari più famosi nonché Contrammiraglio della Marina Americana, abbia esplorato il continente antartico alla ricerca di basi segrete naziste e del loro contenuto e l’avrebbe fatto usando come copertura l’operazione Highjump. L’operazione iniziò il 26 agosto 1946 e continuò sino al 1947 impiegando 4.700 uomini, 13 navi e diversi aerei. Gli obiettivi dichiarati furono: addestrare il personale, consolidare ed estendere la sovranità statunitense sul continente antartico, determinare la possibilità di costruire basi in Antartide, aumentare le conoscenze geologiche esistenti e dell’area. Ad ogni modo, non si fece alcuna menzione a basi segrete naziste.

L’operazione Highjump venne curiosamente terminata sei mesi prima del previsto. L’ultimo estratto del diario di Byrd datato 19 febbraio 1947 dice: "Stiamo attraversando la piccola catena montuosa procedendo verso nord. Al di là della catena montuosa c’è quella che sembra essere una valle con un piccolo fiume. Non ci dovrebbe essere del verde qui sotto, c’è qualcosa di sbagliato, dovremmo essere circondati da ghiaccio e neve! Ci sono delle foreste che crescono sulle pendici della montagna. I nostri strumenti di navigazione sono impazziti, il giroscopio oscilla avanti e indietro."
Le teorie complottistiche che circondano Byrd, la Base 211 e altre misteriose scoperte fatte dallo stesso ammiraglio, sono infinite e forse non tutte così campate in aria. Si può giustamente pensare che in questa base, protetta dagli attacchi alleati, si sperimentavano nuovi tipi di velivoli: I cosiddetti UFO nazisti potrebbero aver visto la luce proprio nel segreto della Base 211. È interessante notare che Byrd fece una serie di dichiarazioni piuttosto criptiche durante un’intervista. L’articolo è apparso nell’edizione del 5 marzo 1947 del quotidiano cileno ‘El Mercurio’: "L’Ammiraglio Byrd ha dichiarato oggi che era indispensabile per gli Stati Uniti avviare misure di difesa immediate contro le regioni ostili. L’Ammiraglio ha inoltre dichiarato che non voleva spaventare nessuno indebitamente, ma che si trattava di un’amara realtà il fatto che in caso di una nuova guerra, gli Stati Uniti sarebbero stati attaccati da apparecchi capaci di volare da un polo all’altro a velocità incredibili."
 

Era dunque possibile che dopo la seconda guerra mondiale esisteva un pericolo reale proveniente dalle parti più meridionali dell’Antartide? Se si, quali erano queste minacce? I nazisti erano coinvolti? Nessuno può dirlo con certezza se non l’Ammiraglio Byrd il quale, l’undici marzo del 1957, ha portato con se le risposte a questo mistero, custodendole nella sua tomba.
Come avrete notato, gran parte dei misteri di questo pianeta hanno luogo proprio in Antartide: c’è un collegamento? Esiste un filo conduttore che lega tutto? Chissà, forse un giorno tutti i tasselli andranno al loro posto e invece di tante domande avremo un’unica certezza.