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sabato 4 febbraio 2017

I BAMBINI VERDI


Questo caso ci porta nella Spagna del 1877, precisamente a "Banjos", un piccolo villaggio di contadini nella zona della Cantabria. Era in corso la mietitura del grano e due bambini che escono da una profonda caverna si sarebbero confusi tra bambini del posto se non fosse per un fatto eccezionale: avevano la pelle verde! Parlavano una lingua incomprensibile e indossavano vestiti di foggia strana composti da una sostanza mai vista prima. Il maggior proprietario terriero nonché magistrato, Ricardo Da Calno, che accolse i due fanciulli, incredulo, cominciò a strofinare la mano della bambina cercando, invano, di cancellare quel colore verde.
 

Uno dei primi che provò a capirci qualcosa, fu un religioso di Barcellona che parlava varie lingue, ma alla fine fu costretto ad accettare il fatto scrivendo: "Sono stato così convinto da quanto ho udito, che mi vedo costretto ad accettare il fatto, se pur incapace di comprenderlo e di tentarne una spiegazione con le forze dell’intelletto". I bambini tra il sospetto e stupore si limitarono ad annusare o leccare i cibi che venivano loro offerti, i due digiunarono per cinque giorni, divenendo molto magri, alla fine sulla tavola vennero portati dei fagiolini verdi che mangiarono avidamente: per molto tempo non toccarono altro cibo. Il Da Calno osservò che, dai tratti fisionomici, i due bimbi sembravano appartenere alla razza nera. Affermò che gli occhi erano a mandorla e incassati nelle orbite. Purtroppo il maschio divenne molto debole e circa un mese dopo, morì.
 

La bambina invece si riprese e fu allevata come domestica nella casa Da Calno. Imparò abbastanza parole per potersi esprimere. Quando le venne chiesto da dove proveniva, le sue parole non fecero che infittire il mistero. Raccontò di provenire da un posto dove il sole non sorgeva mai ed esisteva un eterno crepuscolo. Inoltre disse: "C’è un paese di luce non lontano da noi, ma dal quale siamo separati da un fluido, come da un corso d’acqua di grande larghezza". Non fu chiaro come fosse arrivata sulla nostra terra, infatti disse: "Vi fu un grande rumore. Noi fummo presi nello spirito e ci trovammo sul campo di grano".
La ragazza visse ancora per cinque anni, alla sua morte fu seppellita accanto al fratello. Di loro rimangono solo i verbali e le testimonianze di chi ha sentito e visto tutto.

 

 
La cosa strana è che esiste un’altra storia, molto simile a questa, ma spostata nello spazio e nel tempo. È ambientata nel pieno del medioevo inglese quando, secondo alcune tradizioni orali e il racconto di un abate cistercense, due bambini dalla pelle verde, incapaci di comunicare o di spiegare in alcun modo la loro provenienza, apparvero all’improvviso nel piccolo paesino di Woolpit, nel Suffolk. A quel tempo, regnava Enrico I detto "Il chierico" o il suo successore Stefano di Blois, l’ultimo Re normanno. Accadde che, durante il periodo del raccolto, alcuni mietitori videro i due bambini emergere da un profondo fossato scavato come trappola per i lupi. I giovani, un maschio e una femmina, avevano un aspetto normale, fatta eccezione per il vivido colore verde della pelle. Indossavano, secondo le cronache, abiti dal colore strano di un materiale sconosciuto.

 
L’unica documentazione scritta dell’evento è affidata alle parole di Ralph di Coggeshall, vissuto in un monastero dell’Essex, che scrive, nel 1210, di come alcuni contadini, raccolti i trovatelli non lontano dalla caverna di St Mary's of the Wolf - Pits, li condussero prima al villaggio e quindi dal loro castellano che, non a caso, era sir Richard De Calne. Nessuno era in grado di comprenderne il linguaggio e questo causava nei piccoli incontenibili crisi di pianto. Posto innanzi a loro del cibo, quelli lo rifiutarono puntualmente, finché videro dei fagiolini verdi appena colti: sarebbero stati, a lungo, l’unica pietanza di cui vollero nutrirsi. Il maschio, apparentemente più piccolo, iniziò col tempo a manifestare sintomi di una profonda malinconia, si ammalò e morì qualche mese dopo. La femmina, invece, sopravvissuta, fu battezzata e col tempo, s’integrò nella vita del paese, perdendo un po’ alla volta il singolare colorito verdastro. Una volta cresciuta e preso il nome di Agnes Barre, sposò un uomo di King’s Lynn, nella vicina contea.


Più volte interrogata sui suoi natali, Agnes disse di rammentare poco del suo passato, ma di ricordare d’essere nata nella terra "di San Martino", dove un perenne crepuscolo aveva donato agli abitanti il colore verde. Non sapeva dire dove si trovasse quel regno, ma ben ricordava che, oltre un grande fiume che scorreva vicino al suo villaggio, s’intravedeva una "terra luminosa". Un giorno, mentre seguiva col fratello il bestiame del padre, i due entrarono in una caverna per inseguire un capo che vi si era perso. D’improvviso sentirono i rintocchi assordanti di alcune campane. Confusi e spaventati i fratelli vagarono al buio sino a raggiungere un passaggio da cui proveniva una luce accecante. Lì poco distante era un profondo fosso in cui si ripararono terrorizzati e uscitivi, non seppero ritrovare l’imboccatura del cunicolo che li avrebbe ricondotti a casa.
 
 
Chi ha tentato di ravvisare nell’evento una spiegazione razionale, ipotizza che i due bambini fossero orfani fiamminghi (durante il XII secolo largamente penetrati e diffusi nelle regioni orientali del Regno Unito). Da qui l’impossibilità di comprenderne la lingua e la foggia insolita degli abiti. La "terra di San Martino" potrebbe essere allora quella del vicino villaggio di Fornham San Martin, separato da Woolpit dall’ampio fiume Lark (la luce di cui parlarono i piccoli potrebbe essere allora l’illuminazione notturna di Woolpit stesso). Il colore verdastro della carnagione, infine, si spiegherebbe con una forma di anemia causata da deficit alimentare (forse i piccoli vagarono a lungo per i boschi e i cunicoli della zona prima di essere trovati) e di conseguenza, a quella si dovrebbe la morte del fratello minore.
 
 
Oggi Woolpit è un accogliente paesino di campagna, punteggiato da laghetti, dove godere della sobria quiete di pub rustici e piccoli cottage ricoperti d’edera. Un grazioso museo è ospitato in una struttura del XVII secolo dove, tra vecchie travi in legno e finestre piombate, si respira il gusto semplice e ricco di fascino del Suffolk. Da visitare assolutamente la St Mary’s Church, con le arcate in legno scuro che si stagliano sulle volute bianche degli archi e delle colonne di pietra. Se vi capiterà di recarvi a Woolpit, non potrete fare a meno di notare l’insegna in metallo voluta 36 anni fa dagli abitanti: al suo interno le sagome dei due bambini che si tengono per mano vicino al profilo di un campanile medievale.

1 commento:

  1. "C’è un paese di luce non lontano da noi, ma dal quale siamo separati da un fluido, come da un corso d’acqua di grande larghezza".

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