Cerca nel blog

mercoledì 28 settembre 2016

I BAMBINI PERDUTI

Il corpicino di Aylan, restituito dal mare, giace riverso sul bagnasciuga. Era il 3 settembre 2015. Questa immagine deflagrò con tutto il suo carico di orrore e commozione sulle prime pagine dei giornali e squarciò, per un giorno, il velo di indifferenza che avvolge il dramma dei profughi. Fatto sta che la foto-choc indusse diversi capi di governo a dichiararsi disponibili ad aumentare il proprio impegno in campo umanitario. Ma se Aylan non fosse affogato in quella tragica fuga dalle bombe e avesse poggiato vivo i piedi sulla stessa spiaggia turca dove invece è arrivato esanime, non sarebbe stato accolto da braccia amorevoli e sguardi teneri. Ad attenderlo avrebbe trovato lo stesso destino crudele che ora soggioga i suoi compagni di giochi, i tanti bambini profughi, che, invece di ricevere cure e protezione, di andare scuola e di giocare, sono schiavizzati e costretti a svolgere lavori duri e pericolosi per sopravvivere. Sì, perché tra le più odiose conseguenze della guerra, c’è l’impressionante incremento del lavoro nero minorile, sia tra i bambini sfollati in Siria sia tra quelli che si sono rifugiati all’estero, con le loro famiglie o da soli. In Turchia, Giordania, Libano, Iraq e perfino in Grecia, i bimbi rifugiati diventano manovalanza a bassissimo costo per fabbriche, cantieri, campi agricoli, allevamenti, ristoranti e negozi. Le famiglie hanno dato fondo a tutti i loro risparmi, le Nazioni Unite hanno ridotto i servizi per i rifugiati e tagliato gli aiuti, così i bambini si sobbarcano il pesante carico di sfamare la propria famiglia, accettando qualunque lavoro. Così finiscono per svolgere lavori sempre più pesanti e rischiosi, perfino raccapriccianti, come «raccogliere le parti del corpo di chi è stato ucciso per cremarlo». Uno stato di necessità e vulnerabilità che li rende facile preda di coloro che vorrebbero arruolarli in una delle parti in conflitto, come sempre più spesso succede in Iraq. Anche Isis e gli estremisti violenti hanno le loro scuole e preparano molto bene. Ottengono prestazioni altissime dai loro allievi, che "per la causa" arrivano a uccidere o a uccidersi.

Non solo le organizzazioni umanitarie, ma anche i media internazionali, da sempre, inanellano inchieste che denunciano le condizioni di sfruttamento dei bambini rifugiati. In particolare in Turchia, dove si concentrano tre milioni di profughi siriani: non per loro scelta, ma perché sono bloccati dal governo di Erdogan, con cui l’Unione europea ha stretto un accordo affidandogli il compito di controllare la frontiera balcanica: in pratica, di tenere i rifugiati fuori dall’Europa. Per questo piantonamento, la Turchia riceverà ben sei miliardi di euro. Un patto osteggiato fin dalla prima ora dalle organizzazioni umanitarie: La Turchia non era uno stato democratico prima e lo è ancor meno adesso, dopo il fallito golpe militare. Vi sono fin troppe evidenze della violazione dei diritti umani, fondamentali per poter affidare la gestione di persone di qualunque provenienza alla Turchia. Dopo la dura repressione, le purghe di massa e la ventilata possibilità di reintrodurre la pena di morte, sono sempre di più quelli che chiedono alle istituzioni europee di liberarsi dell’abbraccio mortale di Erdogan. In un coraggioso reportage mandato in onda a maggio del 2016 dalla trasmissione Piazza Pulita di La7, si vedono bambini chini davanti alla macchina da cucire o che hanno le mani bruciate da sostanze chimiche. Altri sono impegnati ore e ore dietro un banco nella lavorazione di scarpe da ginnastica. Tutti prodotti che poi raggiungono il mercato europeo e vengono venduti sulle bancarelle per pochi euro. E non solo su quelle, anche griffe molto diffuse potrebbero essere coinvolte. Grandi marchi come H&M e Next, dopo aver scoperto che nella loro filiera c’erano minori sfruttati, hanno denunciato con molta trasparenza l’accaduto. Ma al di là dei problemi di salute, questi bambini non sono più dei bambini: hanno perduto per sempre la loro infanzia.

martedì 27 settembre 2016

LA REINCARNAZIONE


 
Non potevo concludere il resoconto sull’aldilà, tralasciando la reincarnazione. Introdurrò questo argomento dicendo che le prove più obiettive, a favore della reincarnazione, provengono dai casi di regressione ipnotica e dal ricordo spontaneo di esistenze precedenti. Alcuni sostengono che queste prove possono, in realtà, essere spiegate con la possessione o l'influenza spiritica. Tutto è possibile, ma non concordo su questo. Procediamo con ordine: alla fine, vi spiegherò anche perché non sono d’accordo.
La regressione a vite precedenti consiste semplicemente nel porre una persona sotto ipnosi e chiederle di ritornare fino all'infanzia e oltre, fino a prima che nascesse. In molti casi la persona comincia a parlare di una o più vite precedenti, del modo in cui è avvenuta la sua morte e del periodo intercorso tra le vite, compresa la pianificazione della vita attuale.
Vi sono alcune ragioni per cui queste affermazioni devono essere considerate prove. Per esempio, in alcuni casi la persona sottoposta a regressione inizia a parlare in una lingua straniera mai imparata oppure ricorda dettagli sorprendentemente accurati che, sottoposti a verifica, vengono confermati. In alcuni casi la presunta causa di morte della vita precedente è comprovata nella vita attuale dalla presenza di un segno che l’individuo possiede fin dalla nascita.



Il Dott. Peter Ramster, psicologo, originario di Sydney, all’inizio della sua carriera, era molto scettico sull’argomento; eppure, finì per scrivere un libro: "In Search of Lives Past (Alla ricerca di vite passate) nel quale raccolse le sue esperienze. Nel 1983 Ramster produsse addirittura un sorprendente documentario televisivo nel quale quattro donne di Sydney, che non erano mai state all'estero, sotto ipnosi fornirono dettagli sulle loro vite precedenti. Quindi, accompagnate da una troupe televisiva e da testimoni indipendenti, esse furono portate all'altro capo del mondo.
Uno dei soggetti si chiamava Gwen MacDonald e prima di essere sottoposta a regressione, non credeva affatto nella reincarnazione. Si ricordò di una vita nel Somerset: quella di una ragazza di nome Rose Duncan, nata nel 1765 e morta nel 1782. Molti di questi ricordi, che sarebbe stato impossibile tirar fuori da un libro di storia, furono confermati di fronte a testimoni quando la donna fu portata sul luogo. Sebbene non fosse mai uscita dall'Australia, fu in grado di localizzare correttamente i villaggi che aveva conosciuto. Fu in grado di guidare la troupe televisiva, conosceva l'ubicazione di una cascata e il posto in cui si trovavano le pietre che formavano un passaggio su cui camminare; gli abitanti del luogo confermarono che le pietre erano state rimosse quarant'anni prima. Individuò un incrocio in cui era certa che ci fossero state cinque case; delle indagini confermarono la correttezza delle sue affermazioni, rivelando che le case erano state abbattute trent'anni prima e che una delle case era costruita in legno di cedro proprio come sosteneva la MacDonald. Conosceva esattamente i nomi che avevano i villaggi duecento anni prima, anche quelli che non esistevano più sulle carte geografiche e quelli i cui nomi erano stati modificati. Si scoprì che le persone che sosteneva di avere conosciuto erano esistite veramente; una, addirittura, era inserita negli archivi del reggimento di cui lei sosteneva di aver fatto parte. Conosceva a menadito le leggende locali, utilizzava correttamente oscuri termini obsoleti della zona occidentale del paese, non più presenti nemmeno nei dizionari. Sapeva che gli abitanti del luogo chiamavano "San Michele" l'Abbazia di Glastonbury un fatto che venne provato solo grazie a un oscuro testo risalente a duecento anni prima e non disponibile in Australia. Fu in grado di descrivere correttamente il modo in cui un gruppo di druidi si recava, secondo un percorso a spirale, sulla Glastonbury Hill per celebrare il rito di primavera; un fatto sconosciuto alla maggior parte degli storici universitari. Sapeva che sul suolo dell'Abbazia di Glastonbury c'erano due piramidi che non esistono più da molto tempo. A Sydney fu in grado di disegnare in maniera dettagliata l'interno della sua casa di Glastonbury, descrizione che si dimostrò assolutamente corretta. Descrisse una locanda che si trovava lungo la strada che portava a casa sua: fu trovata lì. Gli abitanti del luogo, inizialmente diffidenti, cominciarono a chiederle delle informazioni sulla storia locale e lei risposte a tutti i quesiti con dovizia di particolari.



La ricerca scientifica condotta sulla reincarnazione dal Dott. Ian Stevenson, Professore di Psichiatria presso la Scuola di medicina dell'Università della Virginia, è la più interessante.
Per un certo numero di anni, servendosi del metodo scientifico, intervistò, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Tailandia, in Turchia, in Libano, in Canada, in India e in altri Paesi, oltre quattromila bambini che sostenevano di ricordare una serie di eventi accaduti in vite precedenti. La procedura dell'indagine scientifica prevedeva il controllo e l'esame (se pertinenti) di documenti, lettere, referti autoptici, certificati di nascita e di morte, referti ospedalieri, resoconti giornalistici e simili.
I referti medici sono importanti, specialmente quando un bambino sostiene di essere stato assassinato in una vita precedente, visto che Stevenson scoprì che nei casi di morte violenta il bambino poteva presentare, già dalla nascita, dei segni nel punto in cui era stato pugnalato, colpito da un proiettile o da qualunque altra cosa che ne avesse cagionato la morte.
Tra i casi citati, in cui sono presenti questi "segni di nascita", un esempio significativo è quello di Ravi Shankar. Questi ricordò con orrore che da bambino era stato decapitato da un parente che sperava di ereditare i beni di suo padre. Si scoprì che il bambino rinato aveva un segno di nascita tutto intorno al collo. E quando si indagò sulle sue affermazioni, si scoprì che la persona che egli sosteneva di essere, era effettivamente morta in quella maniera.
Un secondo caso riguardava un bambino turco che ricordava di essere un rapinatore che stava per essere catturato dalla polizia. Si suicidò sparandosi con un fucile appoggiato sul lato inferiore destro del mento. Il bambino, che sosteneva di ricordare la sua vita, era nato con un segno ben visibile sotto il mento. A seguito di ulteriori indagini, si scoprì che aveva un altro segno di nascita esattamente nel punto dal quale il proiettile sarebbe dovuto uscire.
Mentre il Dott. Stevenson indagava in Turchia su questo caso particolare, un anziano lo informò che si ricordava dell'accaduto e fornì la sua testimonianza sulle condizioni del corpo del suicida.
La ricerca scientifica di Stevenson riuscì a scuotere il mondo accademico dal suo solito compiacimento scettico. Fu una delle prime volte che uno scienziato con una solida reputazione nel campo delle scienze fisiche forniva la dimostrazione che, in base a tutti i criteri oggettivi, esistevano prove evidenti a favore della reincarnazione e inevitabilmente, a favore dell'Aldilà.


Uno dei casi uno dei più spettacolari nella storia dei "ricordi spontanei di vite precedenti", internazionalmente noto, è quello di Shanti Devi. Si verificò in India nel 1930 e fu esaminato, solo più tardi, dal Dott. Stevenson, sulla base delle abbondanti informazioni ancora disponibili. Egli individuò ventiquattro attestazioni che furono confermate dai fatti.
Nel 1930, all'età di quattro anni, a Delhi, in India, Shanti Devi iniziò a menzionare alcuni dettagli riguardanti vestiti, cibo, persone, eventi e luoghi che sorpresero i suoi genitori. In breve, Shanti si identificò come Lugdi, una donna vissuta a Muttra, distante 128 chilometri da Delhi. Parlava il dialetto di quella zona senza averlo mai imparato, sostenne di avere dato alla luce un bimbo che era morto dieci giorni dopo il parto. Quando fu portata a Muttra riconobbe il marito della vita precedente, Kedar Nath e discorse con lui della loro vita passata. A Muttra, poco prima di arrivare nella casa in cui viveva, fu capace di identificare con precisione una gran quantità di luoghi, fu in grado di dire con precisione dove si trovavano i mobili quando viveva nella sua casa, sapeva che nella sua vita precedente aveva celato 150 rupie in un angolo nascosto di una stanza, per tenerle al sicuro. Il marito della vita precedente, Kedar Nath, però confessò che i soldi non si trovavano più lì poiché lui li aveva presi. In mezzo alla folla, Identificò correttamente i genitori di Lugdi.
Per le autorità del posto, il caso fu talmente impressionante che, per indagare su di esso, venne istituito formalmente un comitato di personalità di rilievo che comprendeva un importante uomo politico, un avvocato e il direttore responsabile di un quotidiano (Pandit Neki Ram Sahrms, Tara Chand Mathur e Lala Deshbandu Gupta). Il comitato giunse alla conclusione che Shanti conosceva cose che non avrebbe potuto apprendere né con l'inganno, né con la frode né in qualunque altro modo. Il verdetto definitivo stabilì, in termini molto chiari, che tutte le prove supportavano in maniera decisiva la reincarnazione.
Il caso ebbe notorietà internazionale e attirò l'attenzione di moltissimi sociologi e scrittori.



Un caso verificatosi in Inghilterra, capace di convincere molti esperti compreso lo psichiatra Dott. Arthur Guirdham, fu quello della Signora Smith, una normalissima casalinga che da anni soffriva di incubi tremendi nei quali sognava di essere bruciata sul rogo. La Smith diede al Dott. Guirdham delle copie di disegni e di versi di canzoni che aveva scritto da bambina quando andava a scuola. Nel 1944 aveva ricostruito, parola per parola, delle canzoni che furono rinvenute negli archivi solo nel 1967. Degli esperti di francese medievale confermarono che i versi erano scritti in lingua doc, l'idioma parlato nella Francia meridionale nei secoli XII e XIII. Riuscì a stupire gli esperti con la sua conoscenza dei Catari di Tolosa che erano stati perseguitati dall'Inquisizione; conosceva dettagli storici che vennero alla luce solo dopo indagini molto impegnative. conosceva, ad esempio, le figure rappresentate su vecchie monete francesi, la struttura di alcuni edifici, particolari esatti sulla "sua" famiglia e sulle relazioni sociali di persone che non erano presenti sui libri di testo e che, alla fine, furono rinvenuti negli archivi dell'Inquisizione. Sapeva, inoltre, che la cripta di una certa chiesa veniva usata per rinchiudere i prigionieri religiosi.
In seguito, Guirdham documentò il tutto nel libro "The Cathars and Reincarnation" (I Catari e la reincarnazione) e pur essendo stato completamente scettico, tanto da essere soprannominato "San Tommaso", mise in gioco la sua considerevole reputazione conferendo con i suoi colleghi medici sulla Reincarnazione.



Quando vengono messi a confronto con queste prove, assai convincenti, a favore della reincarnazione, i critici si sforzano invano di trovare delle spiegazioni alternative. Sostengono che si è trattato di percezione extrasensoriale, di telepatia o di chiaroveggenza. In alternativa, gli scettici hanno sostenuto che si tratta di frode, criptoamnesia, possessione spiritica, fantasia, paramnesia, di ricordi ereditati o addirittura di inconscio collettivo. Per brevità, esamineremo solo una di queste ipotesi, secondo me, la più suggestiva: la possessione spiritica.
Fonti religiose asseriscono che, quando un bambino sostiene di ricordare una vita precedente, in realtà accade che un'entità, uno spirito maligno, ha assunto il controllo della sua mente e le informazioni provengono dallo spirito e non dal presunto bambino rinato.
Sono abbastanza scettico. In primo luogo, non vi sono prove a sostegno di questa tesi, poiché la possessione nei bambini piccoli, in particolare di quelli di età prossima ai due anni, è estremamente rara, sempre ammesso che si verifichi. Per essere posseduti dal demonio occorre maturare delle convinzioni: la possessione avviene solo se si crede. In effetti, nessun ateo è mai incorso nella possessione. Potemmo definirla una sorta di corteggiamento: funziona solo se si è sedotti. Inoltre, nella maggior parte dei casi, questi bambini fanno le loro affermazioni su una vita precedente in maniera piuttosto spontanea, pienamente consapevole e non in uno stato alterato di coscienza. Un'altra ragione per cui non ci credo è che il controllo spiritico del bambino dovrebbe essere in grado di spiegare i segni di nascita: per le ragioni espresse in precedenza, non è credibile che uno spirito imprima un segno di nascita mentre il bambino si trova ancora nel grembo materno o che riesca a trovare una persona reale che sia morta tragicamente e che presenti gli stessi segni che mostra il bambino, al solo scopo di raccontargli quella vita in particolare. Infine, il bambino rinato si stupisce per il fatto che i parenti che conosceva nella vita precedente adesso sono molto più anziani: hanno le rughe oppure hanno perso i capelli, i denti, etc. Se uno spirito si fosse impossessato del bambino, sarebbe perfettamente in grado di riconoscere l'ambiente e i suoi parenti così come sono. Il fatto che i ricordi del bambino, riguardo ai parenti e all'ambiente esterno, s’interrompono esattamente al momento della morte della vita precedente, non fa che rafforzare l’ipotesi che non si tratta di possessione.

giovedì 22 settembre 2016

LE VISIONI DEI MORIBONDI


Sebbene le visioni sul letto di morte siano spesso menzionate nella letteratura e nella cultura popolare, non sono state mai riportate nella letteratura scientifica fino al 1920, quando furono studiate da Sir William Barrett, Professore di Fisica al Royal College of Science di Dublino. Egli iniziò ad interessarsi di questo argomento quando la moglie, chirurgo ostetrico, una sera, dopo esser tornata a casa gli raccontò di una donna che quel giorno era morta in ospedale a causa di un’emorragia dopo avere dato alla luce il suo bambino. Poco prima di morire la donna, Doris, si mise a sedere e apparve molto eccitata per il fatto di avere visto un paesaggio meraviglioso e disse che suo padre era venuto ad accompagnarla per andare dall'altro lato. Ciò che risultò più sbalorditivo per i Barrett fu che la donna era rimasta sorpresa nel vedere la sorella Vida insieme al padre, poiché era morta tre settimane prima. Tuttavia, dal momento che Doris era stata molto male, la morte della sua amata sorella le era stata tenuta nascosta.
Il suo libro, pubblicato nel 1926, fu intitolato Deathbed Visions (Visioni sul letto di morte). In esso Barrett fa notare che molte volte, al momento della morte, la gente vede vicino al proprio letto un amico o un parente che crede essere vivente. In tutti i casi, a seguito di verifiche, la persona vista era morta prima di loro senza che essi ne fossero a conoscenza. I moribondi affermavano che questi visitatori erano venuti per portarli via. Fece anche notare, che alla maggioranza dei pazienti oggetto dello studio non erano stati somministrati farmaci in grado di provocare allucinazioni.

Il Dott. Melvin Morse si lamentò del fatto che, allora come oggi, i pazienti che hanno visioni di questo genere vengono trattati con narcotici o con Valium per combattere "l'ansia" ed entrambi i tipi di medicinali cancellano la memoria a breve termine impedendo ai pazienti di ricordare le visioni che potrebbero avere avuto. Morse afferma anche che, sovente, alle persone che muoiono in ospedale vengono somministrate forti dosi di sedativi. I dottori considerano le visioni un problema, da risolvere con le medicine. Nel suo "libro Più Vicini alla Luce – Le commoventi Testimonianze di Bambini che hanno conosciuto l'Aldilà (Closer to the Light — Learning from the NearDeath Experiences of Children), Morse esprime l'opinione che tali visioni possono, invece, essere di conforto e avere un effetto salutare sia sul paziente moribondo, sia sui suoi familiari. Sostiene che i familiari che vengono a conoscenza di queste visioni passano più tempo accanto al letto della persona morente. Questo fattore allevia di molto il senso di colpa che essi possono provare dopo la morte del congiunto. Inoltre, le visioni spirituali scacciano dal paziente la paura della morte e sono di enorme conforto per i suoi familiari. Se si presta loro la dovuta attenzione, possono ridurre notevolmente l'accanimento terapeutico, spesso doloroso per il paziente.

Il Dott. Morse riferisce di diversi casi di bambini moribondi che hanno iniziato ad avere visioni dell'Aldilà durante i loro ultimi giorni di vita. Descrivevano colori splendidi, posti bellissimi e familiari defunti di cui a volte non sapevano neppure l'esistenza.
Negli archivi della British Society for Psychical Research (Società Britannica per la Ricerca sul Paranormale) ci sono molti casi in cui la visita dell'apparizione è stata testimoniata da altre persone (a volte da più persone simultaneamente) che si trovavano accanto al letto del piccolo moribondo.
In un caso ben documentato un’apparizione venne vista dalla moribonda, Harriet Pearson, e da tre familiari che si stavano prendendo cura di lei. In un altro caso riguardante un ragazzino moribondo, due testimoni, separatamente, videro accanto al letto del bambino la madre morta di recente.
Le visioni sul letto di morte confermano e rafforzano le altre prove sull'esistenza dell'Aldilà.
Carla Wills-Brandon, Medico Psicologo, ha cominciato a interessarsi delle visioni sul letto di morte quando suo figlio ne ebbe una all'età di tre anni. Venne visitato da una creatura ultraterrena che gli confidò di essere venuta lì per portare via il nonno e lo rassicurò, dicendogli che suo nonno sarebbe stato bene. Nel suo libro One Last Hug Before I Go: The Mystery and Meaning of Death Bed Visions (Un ultimo abbraccio prima di andare via: Il mistero e il significato delle visioni sul letto di morte), la Wills-Brandon è arrivata alla conclusione che, sebbene le visioni sul letto di morte ci siano sempre state, la scienza non è in grado di spiegarle. Conclude, dicendoci che queste esperienze prefigurano un'esistenza dopo la morte e che da esse abbiamo molto da imparare.

sabato 17 settembre 2016

DOPO LA MORTE



L'esperienza di premorte o NDE (acronimo del termine inglese Near Death Experience) costituisce un'argomentazione potente a favore dell'esistenza di una vita dopo la morte. Grazie al progresso registrato nell'ambito delle tecniche di rianimazione, sempre più persone vengono riportate indietro dal #LA SOGLIA della morte clinica. Molte riferiscono un'esperienza profondamente significativa durante la quale hanno l'impressione di essere vivi e in pieno possesso delle proprie facoltà al di fuori del proprio corpo. Per molti, un'esperienza di premorte è un'esperienza intensamente emotiva e spirituale. 
Gli studi hanno dimostrato che le NDE si possono verificare a seguito di malattie, di interventi chirurgici, durante il parto, a seguito di incidenti, di attacchi cardiaci e di tentativi di suicidio.
In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr., un medico, inizialmente scettico ed in seguito, fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, è considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna, è stato seguito da altri due nel 1983 e nel 1988.
A partire dal 1975 sono stati condotti studi in diversi Paesi, al punto che oggi esistono diverse associazioni e riviste internazionali dedite all'indagine e agli studi sulle esperienze di premorte. 
Il Dott. Moody ha riscontrato una sorprendente similitudine nei racconti di 150 persone che avevano avuto un'esperienza di questo tipo al punto che è stato in grado di identificare tutta una serie di elementi comuni che ricorrono frequentemente in questi resoconti. Ha ricostruito, così, un'esperienza tipica:
  • Un uomo sta morendo e mentre raggiunge il punto di maggiore stress fisico, sente di essere stato dichiarato clinicamente morto dai suoi dottori. Inizia a sentire un rumore sgradevole, un forte tintinnio o un ronzio e allo stesso tempo sente che si sta muovendo molto rapidamente attraverso un lungo tunnel buio. Dopo di che, si ritrova al di fuori del suo corpo fisico, ma ancora nello stesso ambiente e vede il suo corpo a distanza, come se fosse uno spettatore. 
  • Osserva i tentativi di rianimazione da un punto insolitamente favorevole e si trova in uno stato di confusione emotiva. 
  • Dopo un po' si riprende e comincia ad abituarsi a quella strana condizione. Nota di avere ancora un "corpo", sebbene di natura molto diversa e con potenzialità diverse da quelle del corpo fisico che si è lasciato dietro. 
  • Presto succedono altre cose. Qualcuno viene a trovarlo e ad aiutarlo. Egli intravede gli spiriti di parenti e amici già morti e gli appare di fronte uno spirito amorevole e caldo, di un tipo che non ha mai incontrato prima, un essere di luce. 
  • Questo essere gli pone, senza parlare, una domanda per fargli valutare la sua vita e lo aiuta mostrandogli una panoramica istantanea dei principali eventi della sua esistenza. 
  • Ad un certo punto si ritrova vicino ad una sorta di barriera o di confine. #LA SOGLIA, apparentemente rappresenta il limite tra la vita terrena e l'altra vita. Allora scopre di dover tornare sulla terra, scopre che non è ancora arrivato il momento della sua morte. 
  • A questo punto tenta di fare resistenza, poiché adesso, tutto preso dalla sua nuova esperienza, non vorrebbe più tornare indietro. È sopraffatto da intense sensazioni di gioia, amore e pace. Nonostante il suo rifiuto, però, in qualche modo si riunisce al corpo fisico e torna a vivere.  
In seguito prova a raccontare agli altri  cosa gli è successo, ma trova difficoltà a farlo. In primo luogo, non riesce a trovare le parole appropriate per esprimere queste esperienze ultraterrene. Si accorge pure che gli altri lo prendono in giro, così smette di raccontare.  
Tuttavia l'esperienza che ha "vissuto" chi è reduce da una NDE condiziona profondamente il resto della sua esistenza, in particolare la sua visione della morte e il modo in cui questa si relaziona con la vita. Acquisisce, tanto per fare un esempio:  
  • una certezza generalizzata dell'esistenza di una vita dopo la morte 
  • una totale assenza della paura della morte 
  • un vasto spostamento da religioni organizzate a pratiche spirituali personali
  • una visione più positiva di se stessi e degli altri
  • un maggiore desiderio di solitudine
  • la percezione di uno scopo o del destino
  • una mancanza di interesse nei confronti del successo materiale 
 
Molti hanno sperimentato grosse difficoltà nelle relazioni interpersonali a causa della modifica delle proprie abitudini ed hanno sviluppato un maggior interesse per la propria salute. La maggior parte di loro ha ridotto il consumo di bevande alcoliche, quasi tutti hanno smesso di fumare, la maggior parte ha guardato meno televisione.  
A questo proposito è significativo il racconto dell’attrice Sharon Stone che il 29 settembre del 2001, veniva colpita da un aneurisma, che la ridusse in fin di vita e le costò un lungo ricovero in ospedale. A distanza di molti anni, la diva è tornata a raccontare quella tragedia che ha sconvolto profondamente la sua esistenza e l'ha portata a vivere un vero e proprio episodio di pre-morte. Le sue parole sono a dir poco sconvolgenti: la Stone rievoca l'episodio della luce bianca, ricorrente in tanti racconti analoghi, e spiega di aver incontrato le anime di cari defunti. 
"Sentivo di essere morta. C'era questo gigantesco vortice di luce bianca sopra di me e… puff. Sono entrata in una magnifica e luminosa luce bianca, ho iniziata a vedere alcuni miei vecchi amici, sono stata accolta da loro… persone che erano a me molto, molto care e che sono morte. Ho fatto un vero e proprio viaggio che mi ha portato in luoghi che erano qui e oltre. Ma è stato un viaggio molto veloce. Improvvisamente ero tornata, ero di nuovo nel mio corpo. Questa esperienza ha toccato così profondamente la mia vita che non sarà mai più la stessa."  
 
Il Dott. Sabom, un cardiologo della Georgia, intervistò 100 pazienti d'ospedale che erano sfuggiti alla morte per un pelo. Il 61% di essi riferì di avere sperimentato una NDE classica. Molti di loro furono in grado di descrivere con precisi dettagli tecnici esattamente quello che era successo nella sala operatoria mentre erano ritenuti in stato di incoscienza o addirittura morti.  
Ci sono resoconti di persone che hanno avuto una NDE e sono tornate con informazioni concrete di cui precedentemente non avevano alcuna conoscenza. Queste includono la capacità di identificare antenati nelle fotografie, di essere a conoscenza di fratelli o sorelle morti prima della propria nascita, o di essere a conoscenza di segreti di famiglia. Altri sono stati in grado di documentare informazioni riguardanti eventi futuri di cui erano venuti a conoscenza. 
Siete ancora scettici? Il Dott. Peter Fenwick, è un neuropsichiatra di fama internazionale, uno specialista dell'interfaccia mente/cervello e dei problemi della coscienza. In Gran Bretagna è la più importante autorità clinica in materia di NDE ed è il Presidente dell'Associazione Internazionale per gli Studi sulle Esperienze di Premorte. Con la moglie Elizabeth, anch'essa scienziato professionista formatasi a Cambridge, ha condotto indagini approfondite sull'argomento. Egli, agli scettici risponde così: "Semplicemente non hanno le conoscenze necessarie ... Si dicono tante sciocchezze sulle esperienze di premorte e a dirle sono persone che non hanno a che fare quotidianamente con queste cose. Pertanto, io sono assolutamente certo che queste esperienze non sono causate dalla carenza di ossigeno, dalle endorfine o da qualunque altra cosa del genere e certamente nessuna di queste cose è in grado di giustificare la qualità trascendentale di molte di queste esperienze, né il fatto che le persone avvertono un incolmabile senso di perdita quando se le lasciano alle spalle."




mercoledì 14 settembre 2016

REALTA' PARALLELE



Molti studiosi, attraverso il lavoro sulle particelle subatomiche, si stanno rendendo conto dei limiti dei paradigmi scientifici attuali. Gruppi di scienziati, matematici e professori universitari di tutto il mondo stanno lavorando per rendere noti i risultati di esperimenti condotti sulle particelle subatomiche e di calcoli matematici in grado di fornire una spiegazione scientifica per fenomeni altrimenti inspiegabili. La fisica moderna insegna che gli atomi sono costituiti da vuoto per il 99,99999%  e che la distanza tra un elettrone e il suo nucleo è proporzionale alla distanza tra la Terra e il Sole. E si ritiene anche che gli elettroni, i protoni e i neutroni, le particelle di cui si compone l'atomo, siano energia piuttosto che materia. L'astrofisico Michael Scott dell'Università di Edimburgo afferma che: "I progressi nel campo della fisica quantistica hanno delineato una descrizione della realtà che ammette l'esistenza di universi paralleli. Composti di sostanze reali, si ritiene che essi non interagiscano con la materia del nostro universo."



Il Professor Fred Alan Wolf sembra concordare con queste scoperte. Nel suo libro "L'Universo Spirituale: Come la Fisica Quantistica Prova l'Esistenza dell'Anima" (The Spiritual Universe: How Quantum Physics  Proves the Existence of the Soul) egli sostiene: "Per quanto possa sembrare fantastico, la nuova fisica chiamata meccanica quantistica indica l'esistenza, fianco a fianco a questo mondo, di un altro mondo, di un universo parallelo, di un duplicato che è in qualche modo leggermente differente e allo stesso tempo uguale. E non solo di due mondi paralleli, ma di tre, quattro o anche di più! In ciascuno di questi universi, voi, io e tutti gli altri che vivono, sono vissuti, vivranno e saranno mai vissuti, sono vivi!".

mercoledì 7 settembre 2016

ANGELI GUARDIANI

 
La fantascienza deve davvero molto alla Bibbia: per esempio nel suo gusto apocalittico e messianico o nella creazione di esseri immaginari che non sono molto diversi dagli Angeli o dai Leviatani citati nelle antiche Scritture.

venerdì 2 settembre 2016

FORBES


 
 
Ogni anno la rivista Forbes mette insieme le liste delle persone più ricche del mondo, oltre che quelle degli atleti, dei musicisti e dei personaggi famosi più pagati. Da poco è uscita quella degli scrittori più pagati del 2016: come nel 2015, al primo posto c’è l’autore di thriller americano James Patterson, che pubblica decine di romanzi all’anno facendosi aiutare da una squadra di collaboratori. Tra Patterson e il secondo della lista, lo scrittore di libri per ragazzi Jeff Kinney, autore della serie Diario di una schiappa, c’è una grande differenza: Patterson ha guadagnato 95 milioni di dollari (cioè 85,3 milioni di euro), Kinney 19,5 milioni (in euro 17,5 milioni).



In totale i 14 autori della lista – di cui molti a pari merito – hanno guadagnato 269 milioni di dollari tra giugno 2015 e giugno 2016; per fare i calcoli Forbes ha stimato i guadagni delle vendite di libri (compresi ebook e audiolibri) realizzate dalla società di ricerche di mercato Nielsen BookScan, in aggiunta a quelli provenienti dai diritti delle opere letterarie per gli adattamenti cinematografici e televisivi. La classifica è fatta senza togliere le tasse o altre spese legate al loro lavoro. Gli scrittori – otto uomini e sei donne, tutti americani o britannici – erano presenti anche nella classifica dell’anno scorso, fatta eccezione per Paula Hawkins, l’autrice di La ragazza del treno, uno dei casi editoriali del 2015, che ha venduto 11 milioni di copie nel mondo.

giovedì 1 settembre 2016

STARGATE



Il portale dimensionale di Ferlini o "barriera magnetica" è, a detta di alcuni, un vero e proprio sistema di phase shifting che permette di collegare la dimensione che per convenzione definiamo "fisica" con altre dimensioni del multiverso. Ferlini la chiamò barriera magnetica perché, secondo lui, è un muro magnetico che vibra a una specifica frequenza e che crea uno squarcio dimensionale.


COME COSTRUIRE UN PORTALE FATTO IN CASA.
La costruzione del portale di Ferlini è molto semplice: non richiede né circuiti né elettronica. Vi servono, semplicemente, quattro magneti permanenti a forma di "U", posizionati a formare una sorta di croce.
I quattro magneti ad "U" devono, quindi, essere disposti a 90° tra loro con i poli alternati. Dovrete fissare i magneti su dei supporti a slitta mossi da una vite senza fine in modo che sia possibile regolarne finemente la distanza reciproca. Nell’esperimento finale, Ferlini usò degli enormi magneti di acciaio che pesavano diversi quintali ciascuno (dalla dimensione dei magneti dipende l’area che si vuole influenzare e quindi per aree più piccole basta usare magneti più piccoli e pratici).

LA SPERIMENTAZIONE
Giovanni Battista Ferlini iniziò a studiare le piramidi di Giza. Inizialmente non era interessato ai portali e nemmeno ne sospettava la fattibilità. Ad ogni modo durante i suoi esperimenti con dei modellini di piramidi si accorse che l’energia, di tipo magnetico, emessa dalle piramidi aveva una forte influenza su diverse variabili come ad esempio la schermatura dai raggi cosmici.

È interessante notare che nel 1969 uno scenziato di nome Luis Alvarez, introdusse rivelatori di particelle nella "camera del re" della piramide di Cheope con la convinzione che, se vi fossero state da qualche parte delle camere segrete, il conteggio delle particelle dei raggi cosmici avrebbe potuto rivelarne posizione e consistenza. Fece così una scoperta sensazionale: nella "camera del re" non entravano raggi cosmici, era come se lo spazio nella camera fosse stato incredibilmente schermato alla penetrazione di queste particelle provenienti dallo spazio. Poiché una schermatura simile è possibile solo con macchine generatrici di campi elettromagnetici, Alvarez si rifiutò sempre di parlare in pubblico di questa sua inattesa scoperta e cominciò a "sparare a vista" su chiunque gli si fosse avvicinato col dichiarato intento di fargli domande in merito.
 
Questi esperimenti con le piramidi fecero riflettere Ferlini che cominciò a simulare il campo energetico della piramide usando dei magneti permanenti: egli riteneva evidente un collegamento diretto tra l’energia delle piramidi e il magnetismo. Con i suoi collaboratori smontò un motore elettrico e ne estrasse quattro i magneti permanenti ad "U" dello statore, li dispose su quattro angoli e mentre regolava le reciproche distanze, mantenendo i poli alternati, notò che c’era una distanza critica in cui la forza di attrazione aumentava in maniera molto brusca. Se regolava la distanza in modo che tale forza fosse "sul confine" tra debole e forte si formava una zona offuscata al centro delle calamite. Decise così di tentare l’esperimento su una scala maggiore.
Ordinò quindi quattro grandi magneti ad U fatti di acciaio dolce, successivamente magnetizzato. Ognuno dei quali pesava diversi quintali, tanto che furono trasportati con un camion. Li montò su di un congegno dotato di slitte collegate ad una vite senza fine, in modo da poterli avvicinare tra loro con precisione micrometrica e iniziò la sperimentazione con alcuni colleghi. Seguirono svariati tentativi per trovare la distanza ottimale: un confine molto sottile e preciso in cui la forza di attrazione reciproca diventava improvvisamente da debole a molto forte. Raggiunta la posizione ottimale i magneti iniziarono a vibrare e delle forti vibrazioni scossero tutto il laboratorio. Una nebbiolina grigiastra o azzurrognola iniziò a formarsi nella zona circoscritta dai poli dei magneti e Ferlini dedusse che poteva trattarsi di ozono, perciò gli studiosi si dotarono di maschere antigas per evitarne le esalazioni. La nebbiolina diventava sempre più densa e il colore virava al verde mano a mano che si raggiungeva la posizione critica.
 
Ferlini, a un certo punto, si avvicinò al portale appoggiandosi su uno dei magneti per scrutare oltre la barriera magnetica. Siccome la maschera lo infastidiva limitandogli la visuale, decise di toglierla e la appoggiò su uno dei magneti. Avvicinandosi alla barriera si ritrovò catapultato di fronte alle piramidi di Giza, a suo dire, all’epoca in cui le piramidi erano ancora intere, con la punta di quarzo rivestita in metallo (presumibilmente 12.000 anni fa). Ad un certo punto si sentì chiamare da lontano e si ritrovò nel laboratorio con la macchina spenta. Si avvicinò ai suoi assistenti che, allarmati, asserivano di averlo visto comparire all’improvviso tra i magneti, non appena li disattivarono. Scoprì che avevano deciso di interrompere l’esperimento quando si accorsero che c’era stata una brusca variazione del flusso in due dei quattro magneti. Non avevano dato peso alla sua assenza poiché, inizialmente, pensarono che si fosse momentaneamente allontanato.

Ferlini raccontò loro la sua esperienza. Successivamente scoprirono che la sua maschera antigas era scomparsa. Non riuscivano più a trovarla nonostante nessuno fosse uscito dal laboratorio. Avevano notato che la variazione di flusso tra i due magneti era situata nella posizione in cui Ferlini aveva appoggiato la maschera e ipotizzarono che nel momento in cui si era sporto nella barriera dovette far cadere accidentalmente la maschera all’interno. Sulla maschera c’erano riportate le iniziali con l’indirizzo di Ferlini. Mesi dopo, la maschera arrivò per posta dall’Egitto, precisamente dal Cairo! Evidentemente, chi l’aveva ritrovata ebbe la premura di spedirgliela.
Quella delle maschere si rivelò una precauzione inutile, in quanto sembra che un’apparecchiatura, posta vicino al portale, non rivelò tracce di ozono e che anche quando ci si avvicinava alla nebbiolina si poteva respirare senza alcuna difficoltà.

Ho pubblicato questo post sollecitato da un mio stimato lettore, il quale si è meravigliato del fatto che pur avendo parlato, in modo conciso, di altre dimensioni, avevo trascurato il Ferlini e il suo singolare esperimento. Se provate ad informarvi in rete, troverete solo una moltitudine di articoli che riprendono quanto descritto da Ferlini in un libro da lui stesso pubblicato e intitolato appunto "La barriera Magnetica". In questo libro Ferlini descrive gli esperimenti che avrebbe condotto, dapprima in solitudine e poi con un gruppo di collaboratori. Ora, non so quante copie di questo libro sono state vendute, ma vorrei farvi notare che non stiamo parlando di esperimenti impossibili da realizzare né che richiedono una strumentazione complessa. Bastano quattro calamite, qualche barretta, pochi bulloni e una basilare conoscenza della meccanica per realizzare, tramite una o più viti senza fine, un movimento a piccoli passi e dare il via all’esperimento di Ferlini. Non avrete magneti da tonnellate per poter fare un viaggio nel tempo, ma sicuramente dovreste essere in grado di osservare una bella distorsione dello spazio e se siete fortunati, anche una bella nebbiolina verde nella stanza. Eppure nessuno, dico nessuno, è stato più in grado di ripetere l’esperimento! Nonostante questo, di tanto in tanto, qualche simpatico buontempone tira fuori questa storia come se fosse una verità assodata.